Due bimbi a scuola.

A ottobre 2019, una notizia aveva fatto agitare molte persone sui Social e nella realtà, suscitando un generale senso di indignazione:

In una scuola primaria di Carbonia i bambini al momento del pranzo si erano visti consegnare un pasto “al sacco” composto da un panino al prosciutto/pomodoro e/o formaggio, un frutto e qualche snack (invece di un pasto caldo).

Nel caso specifico il problema sembrava essere legato ai locali destinati a refettorio che non sarebbero stati idonei ad accogliere i bambini che lì dovrebbero pranzare.

La prima cosa che mi venne in mente di chiedere fu: “Ma i bambini dove mangiano il panino?”Viene riempito un piatto in una mensa.

“In classe”, mi riferiscono.

Se la classe era un ambiente idoneo per consumare il panino, perché non lo era per consumare un pasto caldo?

Come mai se l’istituto non era strutturalmente pronto per accogliere il tempo pieno, questo era stato attivato, generando così molti disagi per le famiglie?

Ricordo questa vicenda per fare tre domande:

  1. È possibile che si debba spesso arrivare ad avere delle strutture scolastiche fatiscenti prima di intervenire?
  2. Perché il sistema degli appalti deve essere migliorato?
  3. È accettabile trovare giustificazioni e difese politiche anche quando si tratta di salute e sviluppo dei più piccoli?

1 – Le problematiche delle strutture scolastiche

Matite su un banco di scuola.Come è facile immaginare, l’edilizia scolastica è strettamente correlata con la didattica e con il benessere di chi deve apprendere e di chi lavora all’interno delle strutture.

Gli ambienti condizionano fortemente lo sviluppo già di per sé, ma a questo va aggiunta un’altra considerazione importante, ovvero che l’organizzazione, le possibilità didattiche e il benessere insieme costituiscono degli elementi fondamentali nei processi di apprendimento.

Non è una questione di decoro e non è una questione riguardante la sola sicurezza. C’è molto di più in gioco.

Nonostante questo succede spesso di sentir parlare di problematiche agli edifici scolastici.

2- Migliorare il sistema degli appalti

Come ben sanno gli addetti ai lavori, il Codice dei Contratti Pubblici all’art. 95 stabilisce che gli appalti devono essere aggiudicati esclusivamente sulla base del criterio dell’offerta economicamente più vantaggiosa, valutando il miglior rapporto qualità/prezzo, i contratti relativi ai servizi di ristorazione ospedaliera e scolastica.

L’offerta economicamente più vantaggiosa consente che l’appalto venga aggiudicato non a chi fa il prezzo più basso, cosa che potrebbe determinare una qualità scadente dei prodotti somministrati, ma a chi presenta un’offerta capace di contemperare l’esigenza di garantire prodotti di qualità a un prezzo accessibile e giusto.

Le direttive dell’Unione Europea e del Parlamento italiano sono state chiare: quando si tratta dell’alimentazione di persone fragili quali malati e fanciulli bisogna prestare la massima cura nella scelta del contraente.

Ad esempio, nel caso che abbiamo ricordato, ci sarebbe stato da chiedersi se nell’offerta presentata dall’impresa aggiudicataria dell’appalto fosse prevista la somministrazione del panino.

Se fosse stata prevista, allora potremmo chiederci (anche in generale) se siano adeguati i criteri stabiliti per misurare la qualità di quello che viene dato da mangiare ai bimbi.

Se invece il panino non fosse stato previsto nell’offerta, ci sarebbe un profilo doppio di responsabilità: dell’impresa appaltatrice, la quale avrebbe dovuto attenersi alle condizioni contrattuali e pretendere la stessa cosa dalla controparte, ma soprattutto dall’Amministrazione la quale avrebbe violato sotto un duplice aspetto i suoi doveri istituzionali che sono da un lato controllare e gestire l’esecuzione degli appalti così come sono proposti dall’offerente vincitore, e dall’altro, soprattutto, salvaguardare la salute dei suoi cittadini, in questo caso dei suoi piccoli studenti.

I menù delle scuole devono in ogni caso essere approvati dai medici o dai nutrizionisti della ASL.

Quanto ho scritto, lascia trasparire che quando sentiamo parlare di problematiche simili, i profili di responsabilità possono essere vari e molteplici.

Spesso sono molteplici anche le istituzioni coinvolte.

Io penso che questo sia un motivo in più per gestire meglio il sistema degli appalti, soprattutto quando le conseguenze degli errori ricadono sui più piccoli e sui deboli.

3) Mettere da parte le giustificazioni per tutelare almeno i bambini

Quest’ultimo punto sul quale ci tenevo a fare una riflessione è molto importante, perché è un invito rivolto a più figure.

In particolare, ricordo che si giustificò la situazione spostando l’argomento sui ritardi regionali per la ristrutturazione dell’edificio.

Tuttavia, penso che per migliorare le cose ogni figura debba orientare il proprio pensiero NON sulla ricerca di responsabilità e giustificazioni, quanto su questa semplice domanda: cosa posso fare dalla mia posizione per contribuire a evitare questa situazione?

Se io fossi il Responsabile del Procedimento o dell’Esecuzione di questo appalto mi guarderei bene dal dare ordine all’appaltatore di somministrare un pasto diverso da quello previsto.

Se fossi l’appaltatore mi rifiuterei di dare seguito a un ordine di fornitura che si discosta dalle previsioni contrattuali.

Se poi fossi il Responsabile dell’integrità di un immobile scolastico e della sua idoneità ad ospitare attività normali quale è consumare il pasto, mi attiverei affinché, se una struttura non è agibile per ospitare un tempo pieno, vi si faccia soltanto l’attività scolastica antimeridiana.

Il potere di indirizzo e il potere di gestione di una amministrazione vanno gestiti con la capacità di risolvere i problemi, trovare soluzioni, studiare alternative, mettere in campo il piano A, ma anche il piano B e il piano C.

Le giustificazioni non risolvono i problemi.

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